Lezione 11

Formattazione: testo e spaziatura

Questa lezione mostra come modificare le spaziature predefinite in un documento e come aggiungere istruzioni di formattazione esplicita al codice sorgente di LaTeX.

Abbiamo già visto che, con LaTeX, una riga vuota nel sorgente fa incominciare un nuovo capoverso. Ti accorgerai della cosa perché, in accordo con le comuni convenzioni tipografiche, il nuovo capoverso è segnalato dal rientro della prima riga.

Spaziatura dei capoversi

Un’altra possibilità per separare i capoversi è mettere tra l’uno e l’altro dello spazio verticale (una riga vuota, per capirci). Puoi ottenere questo risultato con il pacchetto parskip.

\documentclass{article}
\usepackage[T1]{fontenc}
\usepackage[parfill]{parskip}
\usepackage{lipsum} % per il testo fittizio di riempimento

\begin{document}

\lipsum

\end{document}

Forzare un a capo

Lavorando con LaTeX, non avrai praticamente mai bisogno di andare a capo in modo esplicito: quasi certamente ti basterà incominciare un nuovo capoverso con il metodo standard o con le funzionalità di parskip, come hai appena visto.

Le circostanze in cui dovrai andare a capo con \\ e incominciare una nuova riga senza incominciare un nuovo capoverso sono poche:

Per il resto, cioè praticamente sempre, a meno che tu non ti trovi in una delle circostanze ‘speciali’, appena elencate non dovrai mai adoperare \\.

Aggiungere spazio

Possiamo inserire uno spazio sottile (circa la metà dello spessore di uno spazio normale) con \,. Il modo matematico pevede anche altri comandi: \., \:, \; e un comando per inserire uno spazio negativo: \!.

Riscontrerai molto raramente la necessità di aggiungere dello spazio esplicito, orizzontale o verticale: tipicamente, ciò accade nella composizione della pagina del titolo (nell’ambiente titlepage). Per farlo, puoi adoperare \hspace e \vspace, che agiscono sullo spazio orizzontale e verticale rispettivamente.

\documentclass{article}
\usepackage[T1]{fontenc}

\begin{document}

Un po' di testo \hspace{1cm} ancora testo.

\vspace{10cm}

E ancora un po' di testo.

\end{document}

Formattazione esplicita del testo

Nella lezione 3 abbiamo visto che la grande maggioranza delle volte è meglio fare affidamento sulla struttura logica del documento. Qualche volta, tuttavia, è inevitabile dover scrivere qualche parola in nero, in corsivo, in carattere monospaziato, eccetera. Per farlo, LaTeX prevede due tipi di comando: uno si adopera per porzioni di testo brevi o brevissime, che vanno messe nel suo argomento; l’altro, che è propriamente una dichiarazione, va dato solo all’inizio degli ambienti o nelle definizioni di ambienti personali.

Per brevi frammenti di testo, dunque, i comandi disponibili sono \textbf, \textit, \textsl, \textrm, \textsf, \texttt e \textsc.

\documentclass{article}
\usepackage[T1]{fontenc}

\begin{document}

Divertiamoci un po' con i font: \textbf{nero}, \textit{corsivo}, 
\textsl{inclinato}, \textrm{tondo}, \textsf{senza grazie}, 
\texttt{a spaziatura fissa} e \textsc{maiuscoletto}.

\end{document}

Negli ambienti, dunque, adopereremo comandi che alterano le impostazioni del carattere corrente come, per esempio, \bfseries e \itshape. Dal momento che il raggio d’azione di queste dichiarazioni non prevede un limite predefinito, per evitare che il loro effetto si estenda all’intero documento, dovrai darle in un gruppo. LaTeX considera gruppi gli ambienti o le celle di una tabella, per esempio, ma la cosa più semplice è creare un gruppo esplicitamente con {...}.

\documentclass{article}
\usepackage[T1]{fontenc}
\begin{document}

Testo normale.

{
\itshape
Questo testo è in corsivo.

Come puoi osservare, l'effetto della dichiarazione
non è limitato a un solo capoverso.
}

\end{document}

In modo analogo possiamo modificare il corpo del font: con dichiarazioni che funzionano come quelle appena viste, cioè che hanno effetto a partire dal punto in cui vengono inserite nel sorgente. I corpi da esse prodotti sono relativi al corpo del font principale del documento (quello impostato nella dichiarazione di classe, per capirci). Quelle più comuni, elencate dal corpo più grande a quello più piccolo, sono \huge, \large, \normalsize, \small e \footnotesize

Nota bene che è importante terminare un capoverso prima di modificare nuovamente il corpo del font: osserva come nell’esempio seguente abbiamo aggiunto un \par (interruzione di capoverso) esplicito.

\documentclass{article}
\usepackage[T1]{fontenc}

\begin{document}

Testo normale.

\begin{center}
  {\itshape\large Testo più grande e in corsivo.\par}
  Testo normale.
  {\bfseries\small Testo più piccolo e in nero.\par}
\end{center}

\end{document}

Esercizi

Fa’ delle prove con la formattazione manuale: crea un ambiente titlepage per una pagina del titolo, prova a metterci diversi spazi e a modificare il font. Che cosa succede quando combini insieme più comandi per modificare il font? In cosa il risultato è diverso dal modo matematico?

Che cosa succede se modifichi il corpo del font di un capoverso lungo (prova con \tiny e poi con \huge) ma non scrivi il \par finale prima di chiudere il gruppo?